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10-09-21 /

Il rame in agricoltura: facciamo chiarezza

Intervista a Patrizia Vida – Specialista in Affari Regolatori di Manica Spa.

Partiamo dalla base: cosa sono i composti di rame e che funzione hanno in agricoltura?

Il rame è un elemento chimico metallico, presente in natura in diversi comparti ambientali (suolo, acqua, sedimenti) e negli organismi viventi. Il rame infatti è un micronutriente essenziale per la vita essendo indispensabile per il compimento di importanti processi fisiologici di piante e animali, uomo compreso.

In agricoltura sono utilizzati, da più di un secolo, diversi composti del rame, sali inorganici, la cui funzione è espletata, come avviene per gli organismi viventi, dallo ione rameico Cu2+. Tali composti a base di rame posseggono una funzione di nutrizione per diverse colture, specialmente nel caso di terreni poveri di questo elemento, o di protezione da diverse patologie grazie alla loro attività antifungina e antibatterica.

I prodotti fitosanitari a base di rame utilizzati attualmente in agricoltura, sia biologica che a regime convenzionale, si presentano con dosaggi notevolmente più ridotti rispetto al passato; questo sia per via delle tecniche sempre più innovative di formulazione sia per un perfezionamento delle pratiche di applicazione, che consentono un impiego ponderato della sostanza attiva.

Perché è una sostanza attiva candidata alla sostituzione secondo il reg. (EC) 1107/2009?

Il Reg. (EC) 1107/2009 giustamente disciplina una serie di sostanze attive “candidate alla sostituzione”, cosiddette CfS in base alla presenza di alcune caratteristiche indesiderate (i cosiddetti criteri cut-off) come: proprietà cancerogene, mutagene, e di tossicità per il feto, oppure proprietà interferenti endocrine (ED). Un altro criterio riguarda invece le caratteristiche ambientali ed è la caratterizzazione delle proprietà PBT (Persistenza, Bioaccumulo, Tossicità). Tale caratterizzazione tramite i 3 criteri è stata sviluppata per le sostanze organiche di sintesi, non presenti in natura. È ovvio che la presenza di queste molecole nell’ambiente sia fortemente indesiderata; inoltre, le caratteristiche di persistenza e interazione con gli organismi viventi possono portare a fenomeni chiamati bioaccumulo e bio-magnificazione lungo la catena alimentare. Esempio tristemente noto ne è il DDT.

Il rame, essendo una molecola inorganica, ed elemento chimico di base, per logica è stato escluso dal criterio di Persistenza in diversi regolamenti Europei sulle sostanze chimiche (REACH, biocidi), criterio nemmeno preso in considerazione per i fertilizzanti. La persistenza è una caratteristica assolutamente naturale e intrinseca per il rame, come lo è per altri elementi o sostanze inorganiche (anzi sarebbe preoccupante il contrario). L’omissione dell’esclusione delle molecole inorganiche dal criterio di persistenza dal Reg (EC) 1107/2009 è in netto contrasto rispetto agli altri regolamenti Europei sopracitati.

Per questo motivo nel 2018 la Task Force Europea del Rame, si è opposta a questa categorizzazione impropria presso le sedi competenti (Corte di Giustizia dell’Unione Europea), e ha quindi intrapreso un’azione legale affinché il rame fosse rimosso dalla lista CfS. 

Quando è previsto il giudizio da parte della Corte?

Dopo una fase di udienza intercorsa con la Corte durante lo scorso autunno-inverno, il giudizio è atteso per il mese di Ottobre 2021. Nell’eventualità, del tutto inattesa, che la Corte si esprima in senso negativo, l’utilizzo del rame in agricoltura sia convenzionale che biologica continua ad essere permesso e il suo rinnovo come sostanza attiva è previsto per la fine del 2025. Nel caso più plausibile di rimozione dalla lista di sostanze candidate alla sostituzione, il rinnovo sarà previsto a fine 2028 e alcune delle restrizioni attuali all’uso potrebbero essere riconsiderate.

Cos’è la Task Force Europea del Rame? Lei che ruolo ricopre all’interno di questo organismo?

La Task Force Europea del Rame (European Union Copper Task Force – EUCuTF) è un’entità scientifica costituita dalle 12 aziende produttrici e titolari della registrazione Europea dei composti del rame (ossicloruro, idrossido, poltiglia bordolese, solfato tribasico e ossido rameoso) di cui Manica naturalmente è membro fondatore. La Task Force si avvale di studi di consulenza scientifica e centri di saggio specifici, per produrre la documentazione necessaria per l’approvazione e il rinnovo della sostanza attiva a livello Europeo (dossier).

Io seguo, in rappresentanza di Manica, le attività di tutti i gruppi di lavoro e ricerca afferenti alla Task Force.

Qual è l’obiettivo delle attività della Task Force?

La Task Force compie studi e monitoraggi richiesti dalle autorità regolatorie Europee e talvolta nazionali per dimostrare l’assoluta sicurezza dei composti del rame in tutti gli utilizzi previsti in agricoltura. Tali studi vertono su diversi ambiti, e principalmente riguardano: residui negli alimenti (quindi sicurezza per il consumatore), sicurezza ambientale (per tutti gli organismi vegetali e animali) e per la salute degli operatori e lavoratori agricoli.

Ci sono delle novità in ambito regolatorio?

Negli scorsi anni, il rischio ambientale del rame è stato purtroppo sovrastimato portando così a una percezione meno positiva degli effetti derivanti dall’uso di questa molecola.

Le ragioni sono da attribuire alle metodologie e modellistiche di valutazione ambientale previste dal Reg. (EC) 110×7/2009 che sono state sviluppate per le sostanze organiche di sintesi (come la maggioranza delle sostanze attive), che risultano essere del tutto inadeguate per valutare molecole inorganiche e presenti in natura come il rame. Questa inadeguatezza è stata riconosciuta da EFSA (European Food Safety Authority) e dalla Commissione Europea (assieme ad alcune autorità competenti di diversi stati europei, tra cui l’Italia) durante e in seguito all’ultimo processo di rinnovo del 2018.

Nel 2019 la Commissione Europea ha incaricato EFSA di redigere una linea guida ad-hoc per i metalli di transizione (di cui il rame è quello maggiormente utilizzato in agricoltura). Questo documento (noto anche come “EFSA Statement”), pubblicato a Marzo 2021, introduce, come auspicato, il concetto di concentrazione biodisponibile (in contrapposizione alla concentrazione totale considerata precedentemente) e raccomanda l’utilizzo di modelli appositamente sviluppati in tal senso. Ora è quindi possibile procedere ad una valutazione più realistica per ogni comparto ambientale utilizzando modelli più idonei.

Per concludere, ogni valutazione di formulati ad uso fitosanitario a base di composti del rame approvati, dovrà considerare le nuove indicazioni di EFSA, al fine di assicurare un approccio valutativo più corretto.

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